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Narrato
Andata.
Finalmente.
Non vedevo Lex a scuola quel giorno, perciò supposi che fosse il suo giorno libero.
Che il buon cielo sia lodato! Per un giorno alla settimana non ce l'ho tra i gioielli di famiglia!
Oh, si.
Ero felice.
Fin troppo, oserei dire.
Così tanto felice che la fortuna aveva detto "basta, basta ragazzo! tu sei troppo felice!"
Quel giorno saremmo dovuti andare di nuovo a palestra.
Due volte nella stessa settimana. Il fatto era che, per colpa di un professore assente che aveva comunicato anticipatamente la sua assenza, ora ci ritrovavamo in pantaloncini negli spogliatoi.
Era... osceno?
Non sapevo esattamente descrivere la scena.
Dopo esserci tranquillamente diretti verso gli spogliatoi (che non sapevo nemmeno io il perchè fossero situati anche fuori, e la professoressa amava farci cambiare in quelli fuori) era scattato quello che io chiamo "attacco ormonale, imbecille, isterico, mestruato maschile".
Ovvero le seguenti frasi con commenti inclusi:
Guarda va! Quanto sono cazzuto!
Haha! Io ce l'ho più lungo di te!
Hey, ragazzi! Ma voi credete che questo *con relativa messa in mostra*
possa entrare dentro una ragazza?
Ma secondo voi, chi tra Azumi e Yuu, ha le bocce più grandi?
...
Mi sentivo svenire.
Non riuscivo a capacitarmi di come potessero anche solo
non vergognarsi a fare quelle cose.
Vero che ero andato col primo che era capitato, ma mica me ne andavo in giro a farmi vedere
come mamma mi ha fatto!
Tentando di distrarmi da quelle cose, voci, pensieri ed ormoni geneticam... anzi, dovrei dire sessualmente modificati, captai qualcuno che pronunciava il mio nome.
Subito pensai fosse una ragazza.
Non ero molto popolare, ma in certe situazioni, anche io facevo la mia porca figura.
Misi la
maglia ed i
pantaloncini che avevo appositamente comprato per educazione fisica.
Fregandomene dei commenti provocanti dei miei compagni di classe (non avrei di certo fatto vedere
i miei gioielli di famiglia a
zoticoni e comuni topi di fogna come loro) mi recai verso la palestra.
Avevo seriamente dubbi però che la professoressa
non fosse pedofila.
Ovviamente, era tutto nel suo interesse.
Io avevo da secoli sorpassato l'età che dimostravo.
Quindi, teoricamente, il pedofilo sarei stato io.
A testa china, aprii la porta della palestra e la richiusi dietro di me.
Urla ossesse provenienti dai palchetti che sporgevano, mi attanagliarono la testa così forte, che per poco non caddi in ginocchio cono la testa fra le gambe, moribondo.
SENSEI!!!!!!!!!! <3<3<3<3
MIO DIO SENSEI!! SIETE COSì FIGOOO!!!! <3<3<3<3
La famosa canzone "Love is in the Air", era 'na pippa in confronto a questo.
Ma che cazz...?!
Tentai di farmi largo tra le voci schiamazzanti presenti nella mia testa, per vedere se un briciolo di intelligenza e ragione erano rimaste
in piedi.
Ovviamente, non trovai nemmeno le loro tombe.
OH, ODINOPORCO!
Dissi tutto d'un botto.
Mi trovavo davanti (anche se lui era di spalle) al più grande lato b figaccione che i miei occhi avessero potuto solo pensare di vedere.
In canotta. Sudato.
Con i suoi lunghi capelli d'argento bagnati di sudore.
Con quegli occhi d'argento che sembravano trafiggerti.
Con quei muscoli che, sapevo bene, spingevano così fottutatemente bene che...
OH, PORCO ODINO. dissi questa volta in malo modo.
Lex.
Ma santoiddiocielo!
Con tutte le palestre che ci sono a 'sto beneamato mondo, proprio qui doveva venire?!
PROPRIO, FOTTUTISSIMAMENTE QUI?!